Il 10 Maggio sono stato tra i relatori del convegno di “Biomeccanica pratica del ciclismo”, organizzato dalla Federciclismo spagnola in collaborazione con l’ospedale Nisa di Siviglia. Se essere relatore a un convegno è sempre un impegno, quando la relazione la devi tenere in spagnolo e ti devi confrontare con mostri sacri del ciclismo iberico come Salvador Cabeza De Vaca (selezionatore della nazionale dal 1992 al 2007), allora è una vera sfida. Gli altri relatori erano José Lopez Sanchez di Murcia e Javier Fernandez Alba, presidente della sezione madrilena della federciclismo.
Ogni relatore doveva portare 2 presentazioni che riguardasse il tema della biomeccanica del ciclismo e fosse incentrati sull’utilizzo delle nuove tecnologie di analisi. La mia prima presentazione, che faceva da introduzione al convegno, era incentrato sulla valutazione funzionale del ciclista e sui concetti di pre e post bikefitting, ovvero tutto ciò che il biomeccanico deve fare per comprendere gli schemi motori e posturali del ciclista e identificare le cause del problema. La seconda relazione era incentrata sull’analisi del ciclista che presenta dolori al ginocchio in bicicletta.
Ciò che è emerso da questa esperienza, oltre alla possibilità di vedere da vicino come viene vissuta la biomeccanica del ciclismo in un paese straniero, è che vi è sempre più la necessità di creare nuove figure, che siano preparate e soprattutto abbiano competenze variegate. Il ciclismo è uno sport semplice solo all’apparenza ma gli schemi motori e le attivazioni muscolari messe in atto dal ciclista sulla bici sono particolari e uniche e richiedono uno studio e soprattutto un’individualizzazione sull’atleta. Non è più possibile agire per schemi rigidi e precompliati, applicare regole risaltenti agli anni ‘80 come il ginocchio con il filo a piombo o la sella all’altezza dell’anca. E’ necessario applicare gli studi scientifici e integrare la biomeccanica con concetti di fisioterapia, scienze motorie, medicina e podologia. Solo così si potrà dare valore al bike fit come a un elemento funzionale alla prestazione del ciclista.
Il tempo dei “maghi”, dei “guru”, dei “leader” che solo guardando pedalare il ciclista affermano che una gamba è più corta dell’altra è finito o almeno è quello che è emerso da questo convegno in Spagna.
In Italia, si sa, ci vorrà più tempo affinché questi nuovi concetti trovino terreno fertile ma ogni giorno il team Bikeitalia lavora per portare la scienza nel bike fit.
Potete scaricare le slide delle mie presentazioni a questi link:
Introduciòn a los conceptos de pre y post fitting y la evaluaciòn funcional del ciclista
La evaluaciòn en ciclistas con dolores de rodilla
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